Sono anni che utilizziamo le borse Miss Grape. Anzi, proprio dall’inizio.
Ne abbiamo visto l’evoluzione sia stilistica che di design, che è sempre andata parallela a quella del bikepacking e a volte l’ha anche anticipata.
Dalle prime avventure a pochi chilometri da casa fino al freddo dell’Islanda, abbiamo sottoposto tutte le generazioni di borse Miss Grape a pioggia, neve, caldo, fiumi, montagne etc.
Per una serie di test e di avventure su asfalto e gravel, abbiamo provato varie versioni del setup completo Miss Grape, ma potete tranquillamente estendere questa recensione a tutti i prodotti, e presto capirete perché.

Le versioni provate
Abbiamo testato le versioni “Road” delle borse Miss Grape, cioè
* Cluster 7
* Internode 2
* Node Road
* Tendril 4.10
Facendo una semplice addizione, avevamo quindi a disposizione circa 13 litri di capienza divisi in 3 borse: per fare una comparazione è lo stesso di una singola borsa da sottosella “media”.
In un altro test, abbiamo usato la versione Cluster da 13 L e la Internode da 5L

Design
Come diceva Lao Tse, la cosa importante è il vuoto, anche nelle borse. Dentro a questo set di borse ci sta tanta roba, nonostante sulla carta il volume sembra molto contenuto. Oltre ad un comodo giro di una notte fuori, siamo riusciti a farci stare attrezzatura e vestiti per 8 giorni di bikepacking. Ovviamente, non ci si può portare proprio tutto-tutto. Abbiamo lasciato a casa la tenda (optando per il bivy) e i materiali per cucinare.
Tutto il resto, però, c’è stato: sopratutto la Internode ci ha stupito: in pochi litri ci sta veramente tantissima roba, basta che non sia lunga.
Le borse da bikepacking sono ormai uno standard, ma è proprio nelle deviazioni da questo standard che stanno le interessanti scelte di design di Miss Grape.
Il problema di tutte le borse sottosella è che non stanno mai ferme, specialmente da piene.
La Cluster invece ha un dondolio minimo, che da seduti neanche si sente. Questo è dovuto dai tre punti di attacco, sul tubo e sul carro della sella, ma anche sul materiale usato sulla parte dove la borsa entra in contatto col tubo.
Qui c’è infatti una zigrinatura che non sfrega (e distrugge) ma crea un attrito che permette alla borsa di rimanere più fermo. La strap aderisce tramite velcro al tubo e il sistema di tiraggio con le clip, dotate di un sistema che le blocca in sede.
Come scrivevamo all’inizio, Miss Grape ha delle scelte che rendono il suo design particolare rispetto alle medie delle borse. La strap attaccata nella parte inferiore della Cluster è sicuramente una di questo. In sostanza, si tratta di un tirante che permette di mantenere la corretta inclinazione della borsa, contribuendo alla sua stabilità.
Per scelta, non è presente una retina o attacchi per bloccare sopra alla borsa: ci sono una serie di loop a cui si può attaccare una retina come quelle usate dai motociclisti, ma non ci sono i classici elastici. La scelta è dettata da una cosa che in fondo sappiamo tutti: le cose messe lì cadono.
Passando alla borsa a telaio, la Internode, quello che ci ha stupito è lo spazio reale rispetto al volume. La sensazione è che il modo in cui è disegnata permetta di inserire sia il materiale affianco che sopra e che funzioni molto bene per cose rettangolari e rigide come powebank, attrezzi e simili. Questa borsa l’abbiamo veramente riempita con un sacco di roba e l’abbiamo tenuta al sicuro: questa, come la Cluster e la Tendril, è completamente impermeabile.
La cerniera è un altro punto forte di queste borse: grosse, resistenti e sopratutto facili da usare. Con una mano si possono chiudere e aprire completamente e sembrano pressoché indistrutibili.
Per quanto riguarda la Tendril, c’è il classico loop di strap con cui si attacca la borsa all manubrio ma anche qui con un twist molto interessante.
Chiunque abbia viaggiato sa che la borsa manubrio è quella che da più noia da montare: non entra tra i manubri drop, si sposta, non sta dritta etc. La soluzione per limitare questa noia è stata di cambiare gli attacchi e inserire dei distanziatori. Chiusa la borsa, basta sganciare il blocco delle clip, posizionare i distanziatori sotto ai cavi e agganciare i morsetti a dente di squalo. Poi basta tirare, bloccare e il gioco è fatto. Grazie al fatto che il peso della borsa è tenuta su da dei denti e non è affidata alla resistenza alla gravità e della frizione tra tessuto e manubrio, la borsa rimane stabile e sempre allo stesso livello.
Chiudere con una mano
Chiunque ha fatto un viaggio in bikepacking sa che la skill più importante è sapere fare le cose con una mano. Le borse a telaio e manubrio Miss Grape hanno una presa comoda da usare con un dito solo e sopratutto delle cerniere che scorrono facilmente. Anche dopo migliaia di chilometri in mezzo a fango e pioggia, le cerniere hanno continuato a scorrere facilmente senza doverle “tirare”.

Design
Come diceva Lao Tse, la cosa importante è il vuoto, anche nelle borse. Dentro a questo set di borse ci sta tanta roba, nonostante sulla carta il volume sembra molto contenuto. Oltre ad un comodo giro di una notte fuori, siamo riusciti a farci stare attrezzatura e vestiti per 8 giorni di bikepacking. Ovviamente, non ci si può portare proprio tutto-tutto. Abbiamo lasciato a casa la tenda (optando per il bivy) e i materiali per cucinare.
Tutto il resto, però, c’è stato: sopratutto la Internode ci ha stupito: in pochi litri ci sta veramente tantissima roba, basta che non sia lunga.
Le borse da bikepacking sono ormai uno standard, ma è proprio nelle deviazioni da questo standard che stanno le interessanti scelte di design di Miss Grape.
Il problema di tutte le borse sottosella è che non stanno mai ferme, specialmente da piene.
La Cluster invece ha un dondolio minimo, che da seduti neanche si sente. Questo è dovuto dai tre punti di attacco, sul tubo e sul carro della sella, ma anche sul materiale usato sulla parte dove la borsa entra in contatto col tubo.
Qui c’è infatti una zigrinatura che non sfrega (e distrugge) ma crea un attrito che permette alla borsa di rimanere più fermo. La strap aderisce tramite velcro al tubo e il sistema di tiraggio con le clip, dotate di un sistema che le blocca in sede.


Waterproof
Hai passato la giornata sotto la pioggia, tiri fuori il sacco a pelo ed è bagnato: c’è forse una sensazione peggiore? Questo sicuramente non succede con le borse Miss Grape che abbiamo provato. Dopo svariate ore sotto una pioggia copiosa, i vestiti, attrezzatura e tutto il resto è rimasto asciutto a fine giornata. La cosa importante è assicurarsi di aver chiuso correttamente le borse, perché un po’ d’acqua potrebbe rimanere nelle aperture e creare una fastidiosa condensa.
Attrito
Una caratteristica interessante delle borse Miss Grape è che le cose al loro interno non mi muovono. La costruzione interna della borsa è tale che i vestiti e l’attrezzatura non si sposteranno durante la pedalata.
Questo è molto importante per mantenere le borse stabili e sopratutto il peso, ma nel momento di carico questo può far risultare difficile la compressione di quello che ci portiamo dietro.
La soluzione è di tirare dalla parte opposta per la borsa a manubrio e di appoggiare a terra la borsa sottosella e premere per bene quando si inseriscono i contenuti.
