Un bellissimo percorso ad anello con partenza e ritorno a Foligno e che attraversa l' Umbria.
Testo e foto di Fabio Barboni
Come nasce una traccia? Come si organizza una bella uscita di Gruppo? Quanti Km? Quanto dislivello? Dove dormiamo? Dove Mangiamo? Cosa portiamo? Dove andate? Cosa portate? Alt! Un fiorino.
Queste e molte altre domande sono alla base di una buona organizzazione per un uscita in bikepacking, addirittura non sarebbe male salvarsi i numeri di telefono di eventuali BB dove avete previsto di fermarvi per la notte, stamparvi il profilo del dislivello e salvare la traccia sul Garmin, sullo smartphone e condividerla con i compagni! Oppure venire a fare un giro con il sottoscritto, per cui la traccia è solo un canovaccio su cui sono segnati i 5 punti salienti da cui passare. Una linea immaginaria, fumosa ed evanescente da caricare sul navigatore giusto per sentirlo suonare di frequente perché in realtà state seguendo l’istinto e la strada.
Queste le premesse del giro con ottima compagnia di cinque amici di Ancona e dintorni, Andrea, Fabio, Massimo, Stefano e Francesco che da ora in poi saranno per brevità nominati come gli Anconetani.
Interessante la location: un anello che ci avrebbe visto partire da Foligno, passare per Spello e Assisi, fare un salto a Deruta e Torgiano, per poi continuare per il lago di Pietrafitta e il lago Trasimeno. Qui avremo percorso tutta la ciclabile che lo circonda in senso antiorario arrivando a Castiglion del Lago e per poi proseguire verso il Lago di Chiusi, Città dell Pieve, passando in seguito per Allerona, Lago di Bolsena, Civita di Bagnoregio, Lago di Corbara, Todi, Bevangna e infine Foligno.
Giorno 1
Foligno: partenza programmata alle ore 8:00 causa meteo avverso, qui primo imprevisto, non piove affatto e alle 8.30 quando riusciamo a partire (le partenze di gruppo sono sempre lunghe) nessuna nuvola, il sole è bello alto, umidità del 130%. Fatti i primi 5 km per prendere confidenza con i mezzi per verificare che il bagaglio (minimale) non si perda, subito la prima sosta a Spello per la colazione.
Spello è una perla, un piccolo borgo tra le più celebri Assisi e Foligno. Fondata dagli umbri, divenuta presto in epoca romana una delle più importanti città dell’Umbria con il nome di Hispellum che ancora oggi conserva intatte mura e porte di varie epoche romane e medievali. Sicuramente una tappa obbligata se si passa in zona.
Da Spello avremmo potuto seguire la comoda via degli Ulivi per raggiungere Assisi, ma seguiamo l’istinto e prendiamo per una deviazione gravel decisamente impegnativ. Dopo 10 km iniziamo a spingere su un fondo sconnesso con pendenze importanti e sicuramente non adatte a rapporti “gravel” ma poco importa il panorama è magnifico mentre la temperatura infernale, il giusto mix insomma.
Dopo aver effettuato la prima riparazione in nemmeno 20 km, arriviamo ad Assisi famosa per aver dato i natali a San Francesco e Santa Chiara. La troviamo “effetto CoVid” tornata alla misura d’uomo degli anni 80 con pochi turisti.
Anche qui è d’obbligo una sosta che si prolunga più del dovuto, perché uno degli Anconetani non ha capito lo spirito del tour, quindi segue la traccia e non l’istinto e ci aspetta dopo il Paese: lezione n°1: al Santuario bisogna passarci!
É tremendamente tardi, quindi si passa dai 20 km in 2 ore ai 35 km/h di media che ci permettono di attraversare in fretta, tra campi di grano e girasole, le pianure di Santa Maria degli Angeli e Bastia Umbra, salendo poi verso i borghi di Torgiano e Deruta dove facciamo una breve sosta per riempire le borracce, mangiare un panino e ammirare le stupende ceramiche per cui è famosa la cittadina, tutte esposte in bella vista nel grazioso centro storico.
É tardi, circa mezzogiorno e in teoria dovremmo mangiare qualcosa a Passignano sul Trasimeno non lontanissimo, ma la deviazione gravel che faremo dopo il lago di Pietrafitta, (di cui non vi è contributo fotografico in quanto lo abbiamo costeggiato dentro un canale facendo dei guadi assurdi) cambierà le carte in tavola, per cui ci troviamo a salire per un sentiero da selezione umana di Darwiniana che però ci conduce, come sempre accade, ad un punto panoramico stupendo ed inedito, nonché all’inizio di una discesa su sentiero sterrato compatto a ridosso del lago Trasimeno.
Si è fatto ancora più tardi e non riusciamo a raggiungere Passignano per il pranzo ma ci accontentiamo di una sosta qualche chilometro prima per una piadina, una coca-cola e un selfie. Si riparte: la temperatura è tra il torrido equatoriale e sahariano, a seconda della distanza in cui la ciclabile si allontana o meno dal Trasimeno, infatti dopo 15 km altra sosta di raffreddamento per un gelato.
Abbiamo accumulato un discreto dislivello, una certa stanchezza dovuta al clima torrido e non pochissimi km. Per cui arrivati in un luogo non meglio precisato, ovviamente fuori traccia, chiediamo al primo individuo che incontriamo, info su come raggiungere al meglio il Lago di Chiusi, che scopriamo essere a soli 2 km a valle.
Ci viene sconsigliato di mangiare e dormire al Lago di Chiusi perché salvo essere una troupe del National Geographic, in missione per descrivere e raccogliere esemplari di insetti lacustri è meglio rimanere in quota. La fortuna vuole che vicino a noi abbia aperto un Pub e che il simpatico padrone di casa ci offra ospitalità sul suo giardino con tanto di fontana d’acqua bella comoda per passare la notte.
Lezione n°2: se qualcuno vi offre il suo giardino per passare la notte con prato all’inglese perfettamente livellato, con gli ulivi, la fontanella, tavolo e sedie per la colazione la mattina dopo, non fate i complimenti come l’Anconetano, perché poi se non insiste e ve saluta vi tocca andare a dormire per campi!
Giorno 2
La sveglia è all’alba, mi preparo un caffé con il mio fido fornellino che sulla carta non varrebbe nulla, ma lui funziona ormai da 4 anni sia nell’emisfero australe che boreale, ricarichiamo le bici e ripartiamo.
Secondo la traccia in un’oretta dovremmo essere a Città della Pieve, nota per la serie Carabinieri e Manuela Arcuri, ma in realtà la traccia puramente gravel, ci fa passare per i campi intorno al lago di Chiusi ancora pieni di fango molto appiccicoso, che ci costringono a varie soste per liberarne, catene, deragliatori e foderi.
Arriviamo a Città della Pieve comunque presto, una sosta nel bellissimo centro storico, colazione da campioni, con cornetti, paste e cappuccini e poi via diretti verso il lago di Bolsena. La traccia originaria ci avrebbe dovuto far attraversare per la Riserva naturale del Monte Rufeno per poi farci arrivare a Bolsena passando per Acquasparta, ma a causa degli imprevisti del primo giorno, non saremmo riusciti a chiudere in tempo 250 km sino a Foligno.
Ci lasciamo così guidare dalla strada dando un breve sguardo alla morfologia del territorio con Google Maps e imbocchiamo quello che scopriremo essere il sentiero delle Crete di Allerona, un gravel di 20 km stupendo ben battuto e veloce, solo un saliscendi a spinta per superare un calanco e poi si corre veloci verso Monterubiaglio che raggiungiamo dopo una salita infinita.
Arrivati alle 11 a Monterubiaglio facciamo una sosta per rifornire le borraccia e proseguiamo verso Castel Viscardo e Castel Giorgio. Continuamo seguendo una provinciale non trafficata ed è quasi mezzo giorno, seguendo una strada che esce dal paese e continua a salire in direzione lago di Bolsena, grazie all’incontro fortuito con dei ciclisti locali, imbocchiamo l’ennesima deviazione off road su strade di servizio, un percorso molto panoramico che ci porta, non senza qualche tratto a spinta, sino ad un bel vedere sopra Bolsena.
Raggiungiamo Bolsena giusto per il pranzo: niente panini, oggi primo con lo spettacolare sugo di lago, ovviamente la sosta pranzo porta via molto tempo, ma le temperature sono torride e pedalare a quest’ora è improponibile, per cui verso le 15 siamo partiamo in direzione Civita di Bagnoregio.
Raggiungiamo la meta dopo un’ora di strada quasi tutta in salita, scorrevole ma comunque dura; la visita al paese che scompare, causa tempo tiranno non ci è permessa, ad ogni modo facciamo una bella sosta presso un fruttivendolo dove compriamo un pò di macedonia d’asporto e personalmente anche un gelato.
Sono ormai le quattro e mezzo di pomeriggio e dobbiamo fare ancora 70 km non facilissimi e con già 110 km e 2200 metri di dislivello sulle nostre gambe, pedaliamo comunque veloci verso il lago di Corbara. La temperature è scesa siamo molto veloci e aumentiamo la media, fino ad arrivare a Todi, dove siamo obbligati a rallentare: salire richiede impegno, un muro di circa 300 metri, altra sosta caffé e con il sole che inizia a tramontare e sono quasi le sei di sera quando ripartiamo verso Foligno. Di nuovo fuori traccia, ultimi 40 km di saliscendi gravel verso Bevagna, dove nonstante il forte ritardo non ci fermiamo nemmeno per una foto. L’arrivo a Foligno è in volata, il sole ormai è sparito all’orizzonte e noi siamo alle nostre auto appena in tempo, il rientro per cena è saltato!
Cena in pizzeria, dove scolata la prima tornata di birre e finiti i primi due vassoi di pizza già si inizia a discutere della prossima avventura!