Diciamolo subito, questo non è bikepacking e forse non è neanche cicloturismo. Questo è stato un giro in bici nato dalla volontà di fare qualcosa di concreto per una causa che forse non tutti percepiscono come vicina ma che lo è più di quanto possiamo immaginarci.
Testo e foto di Guido Gazzaniga
C’erano tre italiani, un tedesco, una californiana, un italo-giapponese, una italo-cinese. Sembra una barzelletta ma è la composizione del nostro gruppo. L’idea di attraversare l’Italia da costa a costa l’avevamo da un po’, il corona virus ci ha dato il tempo per farlo e gli avvenimenti statunitensi lo scopo. Siamo (o eravamo?) tutti guide in bici per una compagnia americana, il lavoro non è arrivato come sempre con la primavera e probabilmente non arriverà neanche con l’autunno.
Per chi come me non viveva un’estate libera da cinque anni la possibilità di viaggiare con tempo decente ed ore di luce ha dato alla testa e lo stesso è successo ai miei colleghi. Invece di piangere sul lavoro perso abbiamo iniziato a percorrere tutte le strade pianificate durante il lock down. Per essere disoccupati ci trovavamo comunque a corto di tempo, c’era chi subito dopo avrebbe partecipato al Lazio Trail, chi veniva da un viaggio sulle ciclabili del trentino e chi era pronto a partire per il Sicily Divide.
Mettendo insieme i programmi di tutti i giorni rimasti in un giugno promettente erano cinque, cinque giorni per 610 km e 10.000 e passa metri di dislivello. La rotta tracciata ovviamente non prevedeva il percorso più breve ma il più scenico, abbiamo sfiorato le città di Urbino, Gubbio, Assisi, Montefalcone, Todi, Orvieto, Pitigliano più innumerevoli paesi di cui non ricordo il nome.

Oltre ad essere a corto di tempo eravamo anche a corto di soldi e, per alcuni di noi, di equipaggiamento. La soluzione è stata quella di avere una macchina di appoggio, da guidare a turno, che portasse le vettovaglie e puntare al campeggio libero in completa autonomia.
Poi è successo quello che è successo, i fatti di Minneapolis e tutto quello che ne è conseguito. Ognuno di noi ha guardato con immensa tristezza il ripetersi di una storia vista altre decine di volte. Ma stavolta c’era qualcosa di diverso, il fatto di lavorare per una compagnia statunitense che già in passato si è misurata col problema dell’integrazione ha dato a me e ai miei compagni di viaggio una dimensione differente del problema.
Ho detto che la compagnia si è misurata col problema ma non lo ha ne risolto ne affrontato con la giusta forza: lavoriamo ancora in un ambiente prevalentemente bianco rivolto quasi esclusivamente a persone bianche.
In questi frangenti ti rendi conto di come il razzismo sia una questione latente e sotto traccia anche negli ambienti più progressisti ed inclusivi, le testimonianze dei nostri, pochi, colleghi afro americani ci hanno aperto gli occhi.
Ciò nonostante la risposta della compagnia è stata blanda, poco incisiva, debole.
La logica degli affari sembra aver prevalso, perché schierarsi con le minoranze quando serviamo la demografica opposta? Questo approccio è stato per molti di noi una delusione.
Questa è stata la scintilla che ha dato il via alla campagna. Dopo varie ricerche abbiamo deciso di devolvere i fondi raccolti alla sezione del movimento Black Lives Matter di Riverside, California. Questo perché BLM è una no-profit e la sezione di Riverside lavora principalmente con la comunità locale e, soprattutto ora, a sostegno delle famiglie bisognose di supporto medico.
l resto sono foto, non sto a raccontarvi quanto sia bella l’Italia vista dalla sella di una bici, quanto sia faticoso inanellare quattro giorni da più di 100 km e quanto sia bello addormentarsi sotto le stelle.
Questo il giro in breve:
giorno 1: Pesaro / Urbino 66km 1850m
giorno 2: Urbino / Gubbio 120 km 2550m
giorno 3: Gubbio / Todi 133km 1780m
giorno 4: Todi / Bolsena 138km 2250m
giorno 5: Bolsena / Orbetello 130km 1640m
Ringrazio tutta la squadra per l’energia messa, la voglia di pedalare, le colazioni alle 6.00 e gli spuntini volanti nel sole rovente. Grazie a Peppe per le tracce e le doti culinarie, grazie a Rachel per la raccolta delle informazioni e la creazione della campagna di raccolta fondi, grazie a Ben per la macchina e le vettovaglie, grazie a Martha e Hans per aver lottato per la mezz’ora in più di sonno, grazie a Sofia per la logistica e la precisione fiorentina.
Questa la pagina dove trovare tutte le informazioni e le istruzioni per donare, tutte le donazioni andranno direttamente a BLM https://www.gofundme.com/f/Sea2sea-for-equality