L’evoluzione del VAL D’ORCIA TRAIL, il “minitrail” per eccellenza.
Era la primavera del 2014, stavamo ancora pulendo le bici dal fango del primo Tuscany Trail. Un pugno di pionieri erano appena stati folgorati dall’idea che Andrea Borchi aveva importato dagli USA. Un viaggio, una sfida, una gara, non avevamo ancora nemmeno un nome con cui chiamare questo genere di avventure. Certamente un differente modo di pedalare, senza lo stress delle gare ufficiali ma nemmeno col mood del pedalare lento dovuto ad una bicicletta carica di borse. Più semplicemente, l’attraversare un territorio in completa autonomia e libertà. Senza curarsi di orari, soste od altro. Solo il piacere di pedalare.
Fatto sta’, che ancora, a distanza di anni, oggi non siamo ancora riusciti a dagli un nome ufficiale. Ci limitiamo a chiamarli genericamente Trails. Un termine che vuol dire tutto e niente. E quindi, continuiamo a chiamarli Trails con buona pace di chi corre a piedi per le campagne …
Ora, il fatto è che questo genere di attività sono spesso lunghe, faticose e richiedono tempo, allenamento e buona pianificazione. A qualcuno perciò venne l’idea di pensare a qualcosa di meno impegnativo. Una specie di festa tra amici. Ci si ritrova al sabato mattina in un posto, si pedala tutto il we, ed alla domenica pomeriggio si ritorna a casa. Lo spirito è lo stesso, l’impegno ed il tempo assai inferiore. Inoltre mogli, mariti e compagni sono contenti di vederci ritornare a casa, la domenica sera, stanchi, luridi e felici.
La nascita dei minitrail
Sono così nati i primi “minitrails”: Valdorcia, Raspazzolle e Bilancino. Poi seguiti dal Trail dei Laghi, RE Trail, Volterra e tanti altri.
Ora, vivendo nel centro Italia, uno dei miei posti del cuore è proprio la Val d’Orcia, a cavallo delle provincie di Siena e Grosseto.
Ovviamente il lavoro è molto facile, tracciando in posti simili. Dolci colline, campi di grano, vigneti, cipressi e borghi inviolati sono ovunque. Insomma una cartolina che si spende bene in tutto il mondo. Ma non si creda che una traccia di 100/200 chilometri sia poi meno impegnativa da preparare. C’è comunque tutto il lavoro preliminare di ricerca sulle mappe, seguito dal lavoro sul campo a cercare i percorsi migliori e più suggestivi. Calcolare l’altimetria, verificare i passaggi più tecnici, parlare con le amministrazioni per trovare un posto dove accogliere i partecipanti. Insomma un lavoraccio, soprattutto se a farlo si è da soli o con l’aiuto di qualche volenteroso amico.
la crescita
E così, negli anni, il Valdorcia è cresciuto e si è sviluppato. Il primo anno erano soltanto 100 km, facemmo una specie di accampamento in un prato prima di Castiglione d’Orcia, si tirarono fuori i pentolini , le tende ed i sacchi a pelo. Alcuni passarono la loro prima notte sotto le stelle. Qualcuno se la tirò tutta d’un fiato.
Poi, nel tempo, il percorso si è allungato, l’altimetria è cresciuta. Tant’è che lo scorso 28 ottobre quasi 100 bikers si sono cimentati su una traccia di oltre 170 km per più di 5.000 mt di dislivello positivo.
Oggi il Valdorcia ha trovato una sua stabile collocazione, grazie al Comune di Castiglione d’Orcia ed al valido aiuto della Associazione Polisportiva di Castiglione d’Orcia. Ora abbiamo una comoda palestra dove dormire e lavarci a fine giro, un luogo comodo dove festeggiare la sera prima, l’accogliente Bar Petra per lenire la nostra insaziabile sete, prima e dopo la partenza.
Il tracciato, oramai, varia di poco di anno in anno. Si parte da Castiglione d’Orcia, dopo Campiglia si affronta il bellissimo Sentiero dell’Acqua, prima di Vivo d’Orcia, per poi salire nei boschi dell’Amiata dove si percorre l’unico vero tratto tecnico di single track di tutto il percorso. Quest’anno al novità è stata data dal passaggio per il Monte Labro che ha regalato ai partecipanti una magnifica vista del Tirreno centrale e delle sue isole. Una lunga discesa ed un facile guado portano all’abazia di Sant’Antimo a Castelnuovo dell’Abate. Da qui in poi il paesaggio cambia e si snoda tra le colline ed i vigneti tipici della zona. Montalcino, intorno al centesimo chilometro, è il naturale punto di sosta per chi ha deciso di spezzare il trail in due tranches. Del resto il richiamo delle sirene dato dalle numerose osterie e mescite di vino richiede una forza di volontà che solo il povero Ulisse e pochi altri …
Da qui inizia il tratto collinare del percorso, tutto attraverso le crete senesi. San Quirico, Pienza, Monticchiello e Bagno Vignoni accompagnano i bikers fino all’ultimo guado ed ai maledetti ultimi 4 ripidi chilometri che portano alla Rocca d’Orcia.
Val d’Orcia trail edizione 2017
Anche quest’anno, l’ultimo fine settimana di ottobre, ha visto un centinaio di partecipanti, impegnarsi nell’affrontare il tracciato. Ognuno con il suo passo, ognuno con la sua filosofia.
Al venerdì sera la solita festa a base di salsicce e birra ha visto le prime sfide. Ma al sabato mattina, tutti pronti. Ognuno col suo pedalare, i primi con il loro passo da gara, tutti gli altri dietro a divertirsi.
Alla fine Valter Di Cesare ha chiuso il percorso in 11 ore esatte, seguito di poco da Paolo Botti e Stefano Romualdi. Poi tutti gli altri, chi nel cuore della notte, chi nel corso della domenica successiva. Tutti contenti, tutti soddisfatti del loro risultato. Molti con qualche amico in più con cui pedalare le prossime volte.
La considerazione finale mi porta a credere che un bel risultato per tutto il movimento sia stato raggiunto, rispetto a quando iniziammo a concepire i primi eventi “unsupported” qualche anno fa. Il livello di preparazione si è di molto alzato, sempre più persone sono affascinate da questo modo di pedalare. Qualcuno le continua a chiamarle “gare”, qualcuno definirle “eventi non competitivi”, qualcun’altro continua a pedalare fregandosene bellamente di dargli una definizione precisa.
L’importante è che, non ostate, il grande seguito che queste “cose in bici” hanno riscosso negli anni, lo spirito iniziale non sia cambiato. Non siano intervenute regole, organizzazioni e burocrazia a privarci del fascino di pedalare senza vincoli in assoluta libertà. Noi continuiamo a sentirci dei mezzi anarchici della bicicletta.
Per il resto ci vediamo venerdì 26 ottobre 2018, ore 20,00, di fronte al Bar Petra a Castiglione d’Orcia, per qualche birra insieme ed un po’ di brace. Poi al sabato mattina, al solito, si parte.
Vi aspetto.
Foto by Alberto Trentini