Una gravel configurabile, che dimostra subito una grande reattività e un ottimo comfort.
Testo e foto di Fabio Barboni
Rodeo Lab è un’azienda americana che produce bici gravel con un approccio al ciclismo sano e incline all’avventura e all’esplorazione. La bici che abbiamo avuto la fortuna di provare è la Traildonkey 3.0.
È una bici gravel, che si distingue sicuramente nel design (passaggio cavi interno) del telaio molto importante che trasmette subito un senso di robustezza e solidità che ci fa fidare del mezzo.
La versione 3.0 che abbiamo testato, si differenzia dal vecchio telaio per il carro posteriore che risulta leggermente modificato permettendo di arrivare a montare su ruote da 650b copertoni da 2.25″ contro le 2.1″ della versione precedente.
Il telaio TD3.0 nella misura 56 cm, con finitura “NAKED” e verniciatura trasparente pesa circa 1300 gr a cui vanno aggiunti i 600 gr della forcella (la vernice può influire su ulteriori 150 grammi).
Rodeo Labs Traildonkey 3.0
Forcella: Rodeo Spork 2.0 / Carbon adventure fork
Ruote: 650b / 700c
Telaio: Toray T800 carbon fiber
Taglie: 52, 54
Colori: Pine Cone, Naked
Prezzo: 2.830,00 €
Kit telaio+forcella
Telaio e dettagli
Trattandosi di prodotti che vengono venduti principalmente “custom“, è possibile decidere se comprare il telaio + forcella spork 2.0 oppure solo il telaio. Si può anche acquistare la bici completa confrontandosi con i responsabili, che sapranno indicarvi al meglio la componentistica in merito all’uso che desidererete fare della vostra bici.
La versatilità del progetto quindi è elemento essenziale e punto forte di questo prodotto, il telaio Traildonkey 3.0 è dotato di passaggio cavi interni, tre porta borraccia, possibilità di adattarsi a rapporti a 1x o 2x e se siete dei passionisti del ciclismo duro, anche single speed.
La versione in prova era dotata di un gruppo SRAM Force 1x composto da leve, freni a disco, deragliatore e cassetta 10 – 46, mentre all’anteriore un mono corona Praxis da 38 denti. Un’ impostazione votata all’off road per pendenze importanti ma tuttavia è possibile dare anche un impronta stradale, montando un gruppo 2x o sfruttando la predisposizione per montare un cambio elettronico Di2.
Geometria
Non ci sono stati cambiamenti geometrici tra la Traildonkey 2.0 e la Traildonkey 3.0. La geometria è progettata per essere versatile a più discipline e condizioni. Traildonkey è progettata per essere neutrale nella maneggevolezza, stabile alla velocità e agile su ogni terreno.
Il movimento centrale di Traildonkey è leggermente più alto di alcune altre bici nel segmento gravel in modo da dare più scorrevolezza su terreni molto accidentati.
La prova
In salita
Abbiamo testato la Traildonkey 3.0 di Rodeo Lab nel G.A.S., il grande anello del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, un percorso composto da diversi tipi di terreno, dalla strada forestale con fondo molto sconnesso, a lunghi tratti di single track con discesa impegnativa per tecnica e pendenza, fino a tratti su prato e su asfalto.
Per l’occasione abbiamo montato delle borse da bikepacking “leggero”, nello specifico un set offerto da Miss Grape composto da un Cluster da 10 litri al sottosella, Tendril 4.0 al manubrio, Internode al telaio e due Bud.
La prima impressione della bici è di grande reattività. In salita, nonostante la pendenza, e la rapportatura da montagna, ci ha permesso di affrontare l’intero tratto senza doversi alzarsi dalla sella e questo ad essere sinceri, ha superato le nostre aspettative.
Inoltre nonostante le ruote da 700c e l’assenza di ammortizzatori, il comfort è stato ottimo, una bici che abbiamo sentito subito nostra tenendo conto anche della presenza di una sella un pò troppo rigida per i nostri standard e un manubrio troppo stretto (ma come detto precedentemente è una bici venduta “custom”, quindi ognuno può scegliere i componenti adatti alle proprie esigenze).
In discesa
Se la Traildonkey ci ha fatto una buona impressione in salita lasciandoci ottime sensazioni anche in termini di comfort, in discesa non è stata da meno sopratutto per la precisione di guida.
La velocità e la risposta alle asperità del terreno, anche in assenza di forcella ammortizzata o di ammortizzatori al manubrio o sul carro, è stato di altissimo livello, considerando anche la presenza di un carico da bikepacking che seppur leggero, comunque presente.
In conclusione
In definitiva dobbiamo dire che il responso dopo questo test è stato più che positivo anche da parte di Andrea l’amico che vedete in foto, guida di MTB e reduce da vari trail come il 20K quindi abituato a pedalare lontano e a lungo, e con cui abbiamo concordato nei giudizi.
Che dire, una bici che non vi lascerà indifferenti, che non passa inosservata, che non vi deluderà e che vale il prezzo a cui è proposta.
Promossa a pieni voti!